8 Settembre 1943: L’armistizio che sancì l’inizio della mattanza al confine orientale

Giuseppe Sartore

Settembre 10, 2025

8 Settembre 1943 L'armistizio

L’Armistizio di Cassibile: Un Giorno di Resa e Caos

L’estate del 1943 si concluse con un evento che avrebbe segnato per sempre la storia d’Italia: l’annuncio dell’armistizio di Cassibile. Alle 19.42 dell’8 settembre, dai microfoni dell’EIAR, il Maresciallo Pietro Badoglio proclamava la resa senza condizioni alle forze anglo-americane. Le sue parole, “ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza”, diedero il via a un disastro.

L’Italia si ritrovò in una situazione di totale incertezza, ma fu soprattutto al Confine Orientale che la crisi assunse le sembianze di una vera e propria catastrofe. Con lo scioglimento delle istituzioni e la fuga di molti comandanti militari, la popolazione si ritrovò completamente abbandonata a se stessa, alla mercé dei partigiani comunisti slavi (aiutati anche dai partigiani comunisti italiani). Molti presidi militari, seguendo l’esempio di chi fuggiva da Roma, svanirono in poche ore. Il “tutti a casa” non era solo una mentalità, ma una logica che portò a lasciare il campo libero a chi aveva ben altri piani.

L’inizio del Terrore e le Verità Scomode

In poche ore, i partigiani (slavi locali e centinaia di italiani rinnegati del posto) presero il controllo di città come Parenzo, Pisino e Albona. Il caos si trasformò in una vera e propria carneficina, con migliaia di persone prelevate dalle proprie case, arrestate, accusate di reati inesistenti e giustiziate sommariamente. Tra queste vittime, molte erano donne e persino ragazzini.

Di questo periodo buio, emergono tre verità scomode, che è doveroso ricordare:

  1. La corresponsabilità dei comunisti istriani. Figure come Aldo Negri e Pino Budicin parteciparono attivamente alla stesura delle “Decisioni di Pisino”, che decretavano la fine della sovranità italiana e l’annessione dei territori alla Jugoslavia. Essi furono paladini del distacco dei territori italiani e della loro unione con la nuova Jugoslavia, tradendo il proprio popolo.
  2. L’intervento dei tedeschi. Sebbene sia un fatto difficile da accettare, furono le forze tedesche, nei primi giorni di ottobre di quell’anno, a interrompere gli arresti e le barbare uccisioni di massa perpetrate dai partigiani comunisti.
  3. La premeditata pulizia etnica. Le Foibe non furono il risultato di una rivolta spontanea. L’occultamento dei corpi e la successiva negazione di qualsiasi violenza etnica dimostrano che l’obiettivo del progetto politico di Tito era la snazionalizzazione di quelle terre, facendo semplicemente sparire i suoi abitanti italiani.

L’8 settembre, per gli Istriani e per chi visse quei giorni, non fu solo un giorno di resa militare, ma l’inizio di una fine drammatica e dolorosa. Un giorno che segnò per sempre il destino di intere comunità.

 

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