Nazario Sauro, un vero eroe che ha segnato la storia d’Italia. Se non avete mai sentito parlare di lui, è il momento di leggere la storia di questo coraggioso uomo che ha combattuto per l’indipendenza e la libertà del nostro amato paese. Nato a Capodistria nel 1880, in un’epoca in cui l’Istria era parte dell’Impero austro-ungarico, Nazario Sauro è emerso come una figura di grande importanza nel panorama storico italiano. Figlio di Giacomo Sauro, un marittimo di origini romane, e di Anna Depangher, appartenente a una delle famiglie più antiche di Capodistria, Nazario ha trascorso i suoi primi anni in un ambiente familiare intriso di valori marinari e di amore per la patria. L’educazione di Nazario Sauro è stata plasmata dai valori della marineria, una passione trasmessagli dal padre. Sin da giovane, ha dimostrato un carattere ribelle e determinato, con risultati scolastici non eccezionali. Questo spirito indomito lo ha portato a frequentare il Circolo Canottieri Libertas di Capodistria, un luogo che in seguito avrebbe assunto un ruolo cruciale nella lotta per l’indipendenza.
Il cammino verso l’amor patrio e l’indipendenza
Nazario Sauro ha sviluppato un profondo attaccamento alla causa dell’indipendenza italiana. La presenza dell’Austria nelle terre che lui considerava italiane non lo soddisfaceva, e questo sentimento lo ha spinto ad abbracciare con fervore gli ideali mazziniani di libertà dei popoli. Questo non era solo un desiderio personale, ma rifletteva anche il sentimento di molti istriani che aspiravano alla libertà e all’unità dell’Italia.
La carriera marittima di Nazario Sauro
Nazario Sauro all’età di soli 20 anni, ricevette il suo primo incarico di comando su una nave mercantile. Questo fu solo l’inizio della sua carriera marittima. Nel 1904, intraprese la formazione presso la Scuola Nautica di Trieste, ottenendo il prestigioso diploma di capitano marittimo di grande cabotaggio. Questa esperienza di apprendimento gli fornì le competenze necessarie per navigare i mari con fiducia e abilità. La carriera di Nazario Sauro lo portò a collaborare con diverse compagnie di navigazione, tra cui la Società Austro-Americana dei Fratelli Cosulich, la Società Istria-Trieste e il Lloyd Austriaco. Nel 1910, si unì alla Società Cittadina di Navigazione a Vapore di Capodistria, che in seguito sarebbe stata ribattezzata Compagnia di Navigazione Capodistriana. Durante il suo servizio, Sauro comandò vari piroscafi passeggeri e da carico, tra cui il noto piroscafo San Giusto, che successivamente sarà ribattezzato con il suo stesso nome.
L’incontro con l’Irredentismo e l’impegno patriotico
Mentre percorreva le rotte marittime, Nazario Sauro non trascurava il suo impegno per l’indipendenza italiana. Durante i suoi viaggi lungo la costa dell’Istria e della Dalmazia, ebbe l’opportunità di entrare in contatto con altri irredentisti e raccogliere informazioni vitali sulle difese militari dell’Austria. Queste esperienze contribuirono a rafforzare il suo fervore patriottico e la determinazione a lottare per la libertà dell’Italia. La fervente dedizione di Nazario Sauro all’ideale dell’indipendenza segnerà la sua vita.
L’arruolamento nella Marina Militare Italiana e l’eroica azione militare
Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Nazario Sauro vide un’opportunità per trasformare la sua passione per l’indipendenza italiana in un’azione diretta. Nonostante avrebbe dovuto partecipare alla guerra sotto la bandiera Austro-ungherese si arruolò volontario nella Marina Militare italiana, dimostrando il suo coraggio e la sua determinazione a lottare per la causa della libertà. Si dimostrò subito un marinaio eccezionale, dimostrando competenza e dedizione durante le missioni a bordo dei sommergibili nel Mare Adriatico. Con lo pseudonimo di Nicolò Sambo, intraprese oltre cinquanta azioni coraggiose, operando segretamente sotto la superficie del mare in territorio nemico. Le sue missioni spaziavano dal posizionamento di mine alla creazione di sbarramenti per ostacolare le navi nemiche. Questi audaci compiti richiedevano non solo abilità tecnica, ma anche coraggio e determinazione di fronte al pericolo imminente.
Il Sacrificio Finale
L’apice dell’eroismo di Nazario Sauro si manifestò nell’estate del 1916. Mentre si trovava a bordo del sommergibile Giacinto Pullino, Sauro partecipò a una missione cruciale nell’area di Fiume. Tuttavia, l’unità si incagliò sullo scoglio della Galiola, bloccando il coraggioso equipaggio in acque pericolose. Nonostante i tentativi di fuga, Sauro e i suoi compagni furono catturati dalle autorità nemiche. La sua dedizione all’ideale di libertà e l’audace spirito di sacrificio lo condussero ad un epilogo tragico.
La cattura di Nazario Sauro segnò l’inizio di un periodo di sofferenza nelle prigioni austriache a Pola. Dopo essere stato identificato e processato dal Tribunale della Marina Austriaca, Sauro affrontò l’accusa di alto tradimento. Il processo si concluse con una condanna a morte per impiccagione. La sua forza interiore e il suo coraggio non vacillarono nemmeno di fronte alla prospettiva di un destino così terribile. Il 10 agosto 1916, nella città di Pola, si consumò il tragico epilogo della vita di Nazario Sauro. Sauro fu portato al patibolo per affrontare la sua esecuzione. Con una calma imperturbabile e una dignità straordinaria, affrontò il momento finale con il coraggio di chi ha lottato per la sua patria e i suoi ideali. Nel tragitto fino al patibolo dichiarò “Viva l’Italia, abbasso l’Austria, abbasso il vostro imperatore Francesco Giuseppe, quel mascalzone”. La sua impiccagione segnò la fine di una vita di dedizione e il culmine del suo sacrificio per la libertà.
Eredità Immortale: Nazario Sauro, Eroe Nazionale
La morte di Nazario Sauro non segnò la fine della sua eredità. In Italia e tra gli esuli istriani, Sauro fu accolto come un eroe nazionale, un simbolo di coraggio e sacrificio per la causa dell’indipendenza italiana. Come Cesare Battisti, che rappresentava l’irredentismo trentino, Sauro divenne un’icona dell’irredentismo triestino ed istriano. I suoi atti di eroismo non solo ispirarono le generazioni future, ma lasciarono un’impronta duratura nella storia italiana.
Significative le ultime lettere lasciate da Sauro a suo figlio maggiore Nino e alla moglie. A quest’ultima scrisse:
“Cara Nina, Non posso che chiederti perdono per averti lasciato coi nostri figli ancora col latte sulle labbra. So quanto dovrai lottare e patire per portarli e conservarli sulla buona strada che li farà procedere suquella di loro padre, ma non mi resta da dire altro che io muoio contento di aver fatto solamente il mio dovere di italiano. Siate pur felici che la mia felicità è soltanto quella che gli italiani hanno saputo e voluto fare il loro dovere. Cara consorte, insegna ai nostri figli che il padre loro fu prima italiano, poi padre, poi cittadino. Tuo Nazario”.
Al figlio:
“Caro Nino, tu forse comprendi od altrimenti comprenderai fra qualche anno quale era il mio dovere d’italiano. Diedi a te, a Libero ad Anita a Italo ad Albania nomi di libertà, ma non solo sulla carta; questi nomi avevano bisogno del suggello ed il mio giuramento l’ho mantenuto. Io muoio col solo dispiacere di privare i miei carissimi e buonissimi figli del loro amato padre, ma vi viene in aiuto la Patria che è il plurale di padre, e su questa patria, giura o Nino, e farai giurare ai tuoi fratelli quando avranno l’età per ben comprendere, che sarete sempre, ovunque e prima di tutto italiani! I miei baci e la mia benedizione. Papà. Dà un bacio a mia mamma che è quella che più di tutti soffrirà per me, amate vostra madre! e porta il mio saluto a mio padre”.
Onore eterno a Nazario Sauro, irredentista istriano, purissimo patriota, grande uomo.