Il 9 agosto 1918, nella fase finale della Prima Guerra Mondiale, l’Italia compì una delle sue imprese più audaci e simboliche: il Volo su Vienna. Ideata dal poeta e patriota Gabriele D’Annunzio, questa azione vide un gruppo di coraggiosi aviatori italiani attraversare le linee nemiche per sorvolare la capitale dell’Impero austro-ungarico, lanciando volantini propagandistici invece di bombe. Questo gesto di propaganda, coraggio e sfida rappresentò un momento memorabile nella storia italiana e un segno tangibile della determinazione dell’Italia nella lotta contro gli imperi centrali.
Il contesto storico del Volo su Vienna
La Prima Guerra Mondiale, iniziata nel 1914, aveva visto il coinvolgimento di numerose nazioni in un conflitto di proporzioni inedite. L’Italia, inizialmente neutrale, entrò in guerra nel 1915 a fianco delle potenze dell’Intesa, sperando di ottenere territori contesi con l’Austria-Ungheria. Tuttavia, il conflitto si rivelò lungo e devastante, con gravi perdite su entrambi i fronti. Nel 1918, mentre la guerra volgeva al termine, la situazione si faceva sempre più critica per l’Impero austro-ungarico, minato da tensioni interne e dalla pressione delle forze alleate.
Fu in questo contesto che Gabriele D’Annunzio, già celebre per il suo ardore patriottico e il suo spirito d’avventura, concepì l’idea di una missione che avrebbe sollevato il morale degli italiani e indebolito quello degli avversari: sorvolare Vienna e lanciare un messaggio di libertà e sfida. L’obiettivo non era infliggere danni materiali, ma colpire il cuore dell’Impero con un’azione simbolica, dimostrando che l’Italia poteva raggiungere anche la capitale nemica.
La missione ed i suoi protagonisti
La missione fu affidata all’87ª Squadriglia Aeroplani “La Serenissima”, un’unità d’élite composta da piloti tra i più esperti e coraggiosi dell’aviazione italiana. Tra questi spiccavano figure come il capitano Natale Palli, che avrebbe guidato la formazione, e lo stesso Gabriele D’Annunzio, deciso a partecipare personalmente all’impresa. Il gruppo, composto da otto velivoli Ansaldo S.V.A., partì dalla base di San Pelagio (oggi nel comune di Due Carrare, vicino Padova) alle prime luci del 9 agosto 1918.
Il volo non fu privo di difficoltà. Sorvolare le Alpi e attraversare le linee nemiche richiese una pianificazione meticolosa ed un’esecuzione impeccabile. Nonostante le avversità, gli aviatori riuscirono a raggiungere Vienna senza essere intercettati dalla difesa aerea austro-ungarica. Una volta sulla città, anziché sganciare bombe, i piloti italiani lanciarono circa 400.000 volantini in lingua italiana e tedesca.
I volantini, redatti da Ugo Ojetti, un noto giornalista e scrittore italiano, erano stati scelti per il loro tono incisivo e diretto (vedi foto). Essi esortavano i viennesi a riflettere sulla situazione disastrosa in cui si trovavano, invitandoli a ribellarsi contro il loro governo, che li aveva condotti alla rovina. Il messaggio era chiaro: l’Italia non combatteva contro il popolo austriaco, ma contro i suoi leader e il sistema che li opprimeva.
Il significato e l’eredità del Volo su Vienna
Il Volo su Vienna non ebbe un impatto immediato sul corso della guerra, ma il suo valore simbolico fu immenso. In un momento in cui l’Italia era provata da anni di conflitto e sacrifici, questa impresa divenne un motivo di orgoglio nazionale. L’azione dimostrò che l’Italia era capace di gesta audaci, non solo sul campo di battaglia ma anche nella propaganda, che divenne uno strumento fondamentale nel contesto bellico.
L’immagine degli “Otto di Vienna” rimase impressa nell’immaginario collettivo come emblema di eroismo e patriottismo. Il volo su Vienna fu celebrato come un capolavoro di strategia e coraggio, un’azione che combinava l’ardore militare con l’arte della comunicazione, elementi in cui D’Annunzio eccelleva.
Inoltre, questa impresa segnò un importante precedente nell’uso dell’aviazione come strumento di propaganda, anticipando l’importanza che la guerra psicologica e mediatica avrebbe assunto nei conflitti successivi. La scelta di lanciare volantini anziché bombe mostrò una nuova dimensione della guerra, in cui il controllo delle idee e delle percezioni divenne cruciale quanto il controllo dei territori.
Il Volo su Vienna rimane una delle pagine più affascinanti e romantiche della Prima Guerra Mondiale, un esempio di come il coraggio e la creatività possano trasformare un’azione militare in un evento storico di portata mondiale. Ancora oggi, questa impresa è ricordata non solo per il suo valore strategico, ma anche per il suo significato simbolico, che trascende il semplice contesto bellico.
Per l’Italia, il Volo su Vienna rappresenta la capacità di trasformare un gesto militare in un atto di comunicazione potente ed evocativo, capace di infondere speranza e determinazione anche nei momenti più difficili. La figura di Gabriele D’Annunzio, con il suo carisma e la sua visione, emerge come quella di un leader capace di usare le parole e i gesti per ispirare una nazione intera; è una storia di uomini che, con audacia e spirito di sacrificio, hanno saputo scrivere una pagina indelebile nella storia d’Italia e della Grande Guerra, lasciando un’eredità di coraggio e patriottismo che ancora oggi ispira generazioni.
Il testo del volantino
“VIENNESI!
Imparate a conoscere gli italiani.
Noi voliamo su Vienna, potremmo lanciare bombe a tonnellate. Non vi lanciamo che un saluto a tre colori: i tre colori della libertà.
Noi italiani non facciamo la guerra ai bambini, ai vecchi, alle donne.
Noi facciamo la guerra al vostro governo nemico delle libertà nazionali, al vostro cieco testardo crudele governo che non sa darvi né pace né pane, e vi nutre d’odio e d’illusioni.
VIENNESI!
Voi avete fama di essere intelligenti. Ma perché vi siete messi l’uniforme prussiana? Ormai, lo vedete, tutto il mondo s’è volto contro di voi.
Volete continuare la guerra? Continuatela, è il vostro suicidio. Che sperate? La vittoria decisiva promessavi dai generali prussiani? La loro vittoria decisiva è come il pane dell’Ucraina: si muore aspettandola.
POPOLO DI VIENNA, pensa ai tuoi casi. Svegliati!
VIVA LA LIBERTÀ!
VIVA L’ITALIA!
VIVA L’INTESA!”