Quando pensiamo all’Africa, spesso immaginiamo paesaggi mozzafiato e una natura incontaminata. Ma c’è un lato meno conosciuto e decisamente più inquietante: un’emergenza rifiuti che sta diventando sempre più preoccupante. L’Italia, con il suo modello avanzato di economia circolare, potrebbe essere la chiave per una svolta green.
In molte regioni africane, la gestione dei rifiuti è un problema serio e in crescita. Con una produzione annua di 166 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, di cui 42 milioni solo nel Nord Africa, la situazione è preoccupante. La maggior parte di questi rifiuti finisce in discariche abusive o viene semplicemente abbandonata, con gravi rischi per la salute pubblica e l’ambiente.
La situazione è stata recentemente al centro delle discussioni al vertice della Coop28 a Dubai, dove ha preso parola anche l’amministratore delegato di A2A, Renato Mazzoncini. Ha presentato il modello di gestione sostenibile dei rifiuti adottato in Lombardia, Italia, come un esempio da seguire per affrontare questa emergenza.
La lezione italiana: raccolta differenziata e recupero energetico
Il modello lombardo è particolarmente impressionante: con un tasso di raccolta differenziata che raggiunge il 73% e un alto tasso di recupero energetico, ha eliminato completamente l’uso delle discariche. Questo sistema non solo riduce l’impatto ambientale, ma trasforma i rifiuti in risorse preziose, una strategia chiave nell’economia circolare.
La proposta di Mazzoncini a Dubai sottolinea l’importanza di adottare un modello industriale efficiente basato sull’economia circolare, non solo per migliorare la qualità della vita in Africa, ma anche per favorire uno sviluppo sostenibile.
Un futuro sostenibile per l’Africa
Con una popolazione in rapida crescita, prevista a 1,8 miliardi entro il 2035, la questione dei rifiuti in Africa è destinata a diventare ancora più critica. L’adozione di un modello di gestione dei rifiuti efficiente e sostenibile, ispirato all’esperienza italiana, potrebbe rappresentare una svolta decisiva.
Il caso dell’Egitto, della Tunisia, dell’Algeria, della Libia e del Marocco dimostra il potenziale di questa trasformazione: quasi un terzo dei loro rifiuti urbani potrebbe essere utilizzato per il recupero energetico, generando energia e riducendo significativamente le emissioni di CO2 ed i danni ambientali.
L’esperienza di A2A in Lombardia e Milano, con un tasso di recupero energetico che raggiunge il 31%, offre un esempio concreto di come una gestione efficiente dei rifiuti possa avere un impatto positivo sia sull’ambiente che sull’economia. Questo modello, se adattato e implementato correttamente, potrebbe guidare città come Algeri, Alessandria d’Egitto e Tunisi in un percorso virtuoso di economia circolare.