Norma Cossetto nacque nella piccola frazione di Santa Domenica del comune di Visinada, situato nell’incantevole Istria. La sua vita era quella di una tipica studentessa universitaria: frequentava l’Università di Padova, studiava lettere e si immergeva nell’ammirevole cultura istriana. Era conosciuta per essere una giovane donna solare ed appassionata, che spesso percorreva le strade dell’Istria in bicicletta, alla ricerca di testi e fonti per la sua tesi sull’Istria.
Tuttavia, l’8 settembre 1943 segnò una svolta oscura nella sua vita. Con l’arrivo dei partigiani comunisti slavi, supportati dai loro omologhi italiani, l’Istria divenne un luogo di terrore per molti dei suoi abitanti, principalmente italiani; la loro avanzata fu spesso segnata da arresti, deportazioni e atrocità nei confronti della popolazione locale. Norma, con la sua indomabile forza di carattere, rifiutò di allinearsi al movimento partigiano. Questa sua scelta la portò a essere catturata e condotta prima a Parenzo, poi ad Antignana, dove una scuola era stata trasformata in una sorta di prigione. In un crescendo di violenza inaudita, Norma fu sottoposta a inenarrabili torture nel corso di quella fatidica notte tra il 4 e il 5 ottobre. Al culmine di questo calvario, fu tragicamente gettata, ancora viva, nella foiba di Villa Surani.La descrizione dettagliata delle sevizie e del suo calvario è una testimonianza sconvolgente di quanto l’odio e la violenza possano degenerare.
Il corpo di Norma fu ritrovato dal Maresciallo Harzarich e la sua squadra di vigili del fuoco provenienti da Pola. La sorella, Licia, con grande dolore, riconobbe il corpo di Norma, un momento che avrebbe segnato il resto della sua vita. Nonostante l’immensità della sua sofferenza, la storia di Norma divenne un simbolo per molti. Un simbolo delle sofferenze patite dal popolo giuliano-dalmata durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Nel 2004, il “Giorno del Ricordo” fu istituito per commemorare le vittime delle foibe e l’esodo giuliano-dalmata. Norma, grazie all’impegno dell’attuale Senatore Roberto Menia e di tanti altri che hanno lavorato per mantenere viva la memoria, è diventata il volto di questa tragedia. Norma fu insignita della Medaglia d’Oro al Valor Civile con questa motivazione: “Giovane studentessa istriana, catturata e imprigionata dai partigiani slavi, veniva lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una foiba. Luminosa testimonianza di coraggio e di amor patrio. Villa Surani”. Il suo sacrificio, e quello di tanti altri, serve come un promemoria doloroso ma necessario dell’importanza della memoria storica e del rispetto dei diritti umani.
Oggi, mentre riflettiamo sugli ottanta anni trascorsi dal suo martirio, è essenziale non solo ricordare la vita di Norma Cossetto, ma anche riflettere sul profondo significato del suo sacrificio. La sua storia ci esorta a non dimenticare, a mantenere viva la memoria, a lottare per la giustizia e a onorare tutti coloro che hanno sofferto ingiustamente.
A Norma, e a tutti coloro che come lei hanno lasciato un segno indelebile nella nostra storia, va il nostro eterno omaggio.